Lavorare quotidianamente con un malato di Alzheimer vuol dire sì misurarsi con una fatica sempre nuova e con un profondo senso di impotenza, ma anche gioire dei piccoli traguardi raggiunti da un malato sapientemente accompagnato e sostenuto dai diversi interventi che vengono immaginati per lui. Proprio da alcune esperienze di accompagnamento e sostegno quotidiano è nata l'intuizione che probabilmente l'ambiente poteva diventare uno strumento di supporto al lavoro quotidiano con il malato. Usare gli spazi come elementi di cura di un disagio, o tasselli che favoriscono un benessere, permette ai malati di stare meglio e agli operatori di vivere una quotidianità meno appesantita dalla preoccupazione che qualcosa possa andare storto. A casa o in residenza infatti ci si è resi conto che affiancare un "buon ambiente" agli altri strumenti di cura poteva offrire enormi soluzioni... proprio come ciascuno di noi sta meglio in un luogo nel quale si sente a suo agio, anche il malato, confuso e disorientato, può beneficiare di luoghi che siano pensati a sua misura, che possono essere condivisi con altri, ma anche del tutto individuali. Lo sforzo degli autori è stato quello di raccogliere i diversi elementi che la medicina ha messo a disposizione, e comprendere come rileggerli in funzione di un benessere che non è una cortese risposta a un bisogno, ma un pieno diritto del malato. Anche solo un sorriso o una carezza bastano a dare senso a un percorso lungo diversi anni, nei quali la ricerca di soluzioni sempre nuove e produttive di benessere diventa la regola aurea. (Fonte: www.maggiolieditore.it)