Sono stati individuati, in due studi differenti, due nuovi biomarker che faciliterebbero la valutazione, tramite PET, del decadimento cognitivo lieve. Nel primo caso, David Wolk e colleghi, dell’Università della Pennsylvania, hanno valutato la capacità del flutemetamolo F18, un tracciante della beta-amiloide, e altri biomarker, nel valutare il rischio di progressione da aMCI a probabile malattia di Alzheimer in 232 pazienti. Alla fine dello studio, il 53,6% dei pazienti con risultati positivi alla scansione era progredito alla diagnosi di probabile Alzheimer, rispetto al 22,8% dei pazienti con risultati della PET negativi. Il tasso di progressione annuale era in media del 12,1% ed era più alto nei pazienti con scansione positiva (17,5%) rispetto a quelli con risultati di scansione negativa (7,9%).
(Fonte: tratto dall'articolo)