Le patologie neurodegenerative riguardano in Italia 1 milione 200 mila persone, di cui circa 800 mila hanno l’Alzheimer. “L’opinione diffusa che non ci siano speranze se ci si ammala è vera, ma solo se affrontiamo la malattia quando è già conclamata. In realtà, se viene diagnosticata al suo esordio, è possibile difendersi, contrastarla e rallentarla”. A spiegarlo all’agenzia Dire è Giovanni Anzidei, vicepresidente della Fondazione Igea Onlus, nata per promuovere e mettere a disposizione di tutti il protocollo di trattamento ‘Train The Brain’ sviluppato al CNR che, senza utilizzare farmaci, ha dato ottimi risultati. “Non si conosce l’eziologia dell’Alzheimer, ma si sa che questa malattia distrugge i neuroni del cervello e interrompe le sinapsi (i collegamenti tra i neuroni). Il cervello attiva, di conseguenza, i neuroni superstiti, che faranno un doppio lavoro per compensare quelli colpiti". ‘Train The Brain’ è stato sperimentato per 4 anni presso gli Istituti di Fisiologia Clinica e di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con l’Università di Pisa. “Sfruttando la plasticità del cervello, attraverso la stimolazione di tutta la riserva cognitiva inutilizzata presente, è stato possibile, nei soggetti sottoposti al trattamento Train the Brain rallentare in 8 malati su 10 il decorso della patologia, in alcuni casi sono addirittura migliorate le condizioni dei partecipanti aiutandoli nella prevenzione e nel recupero". Anzidei ha dei consigli per stimolare il cervello: “Tenere la mente attiva, parlare con gli altri, andare a ballare, fare attività sociali tiene accesa la mente. È una ginnastica estremamente importante. Ciò che fa malissimo sono le attività che si svolgono da soli, o passivamente come il guardare la tv".
(Fonte: tratto dall'articolo)