Il morbo di Alzheimer è stato inserito all’ordine del giorno del G7, vertice dei capi di Stato, che si terrà a maggio Taormina. La malattia colpisce quarantasette milioni di malati nel mondo, cifra destinata a raddoppiare nei prossimi 20 anni, complice l’invecchiamento del pianeta. Vincenzo Di Lazzaro, direttore dell’Unità operativa di Neurologia del Policlinico Campus Bio-Medico di Roma spiega che ci sono dei fattori di rischio: obesità, ipertensione, diabete, fumo e sedentarietà, che peraltro sono gli stessi dell’ictus cerebrale. Vi sono inoltre altri fattori modificabili come l’abuso di alcol, la cattiva alimentazione o una scarsa qualità del sonno, e si è notato che una maggiore scolarizzazione funge da fattore di protezione. Anche se ancora non si è trovato un farmaco efficace, si stanno facendo grandi passi nel campo della diagnosi precoce, con sempre più sofisticate tecniche radiologiche e indagando sulla relazione tra depressione e malattia di Alzheimer. Per la terapia farmacologica si lavora su farmaci in grado di rimuovere i depositi che bloccano la comunicazione tra neuroni cerebrali. Resta comunque fondamentale nelle cure la famiglia, che necessita anch’essa di sostegno anche per affrontare al meglio le problematiche che riguardano i diritti dei malati e gli aspetti legali, che debbono comunque seguire la volontà del paziente.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)