Ogni anno il 21 settembre si celebra la Giornata mondiale della Malattia di Alzheimer che in Italia fa registrare circa un milione di casi. Ricercatori e neurologi ammettono di non essere ancora in grado di rispondere all’avanzare della patologia.
Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, sostiene che oggi interessa quasi il 5 per cento degli over65, ma secondo le proiezioni elaborate dall'ISTAT, nel 2030 la percentuale si triplicherà e saranno colpite più di 2 milioni di persone, in prevalenza donne. La Società Italiana di Neurologia e la SINdem (Associazione aderente alla SIN per le demenze), in prima linea per la ricerca dei meccanismi che attivano la malattia, sostiene che, dopo il fallimento dei farmaci utilizzati nella fase conclamata della malattia, ci si concentra oggi sulla prevenzione. Dati recenti indicano che, agendo nelle fasi iniziali di declino di memoria, quelle chiamate declino cognitivo lieve o Mild Cognitive Imparment (MCI), gli stessi farmaci potrebbero rallentare la progressione verso fasi avanzate di demenza perché si sono dimostrati efficaci nel bloccare i meccanismi biologici della malattia.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)