Secondo Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria la rinuncia di Pfizer nelle ricerche contro Alzheimer e Parkinson è una buona notizia, poiché significa che l’azienda farmaceutica si è resa conto che altri competitor sono più avanti. Nel mondo sono un’ottantina le multinazionali impegnate sulle patologie neurodegenerative e 190 i progetti di sperimentazione su nuovi farmaci contro l’Alzheimer. In Italia ci sono 71 sperimentazioni cliniche, 48 in fase avanzata (fonte: Aifa). Le demenze rimangono un’emergenza mondiale, che colpisce duramente i sistemi sanitari e modelli di welfare. In Italia ci sono 1,2 milioni di pazienti, di cui la metà Alzheimer, con costi sociali diretti e indiretti per 6 miliardi. Per cercare di arrivare a dei risultati velocemente, nella ricerca si punta ad una maggiore cooperazione tra privati e con il pubblico. Farmindustria ricorda che anche così i costi della ricerca restano alti, anche a causa dei fallimenti. Anche il prezzo dei farmaci innovativi deve essere visto non come prodotto a se stante, conclude Scaccabarozzi “Ma va inserito in un processo che mette il paziente al centro e misura gli outcome. Faccio l’esempio dell’Epatite C. Si diceva che i farmaci per eradicare il virus costavano tanto. Ma in Italia spendevamo un miliardo di euro per trattare l'Epatite C: tra cirrosi, carcinoma e trapianto si spendevano centinaia di milioni. Ora con poche migliaia di euro il virus è eradicato, il paziente viene curato e guarisce. E quel miliardo non si spenderà più. Per le demenze il grosso dei costi sono i caregiver. Il farmaco inserito nel percorso di cura fa risparmiare. Quindi per accedere alle terapie innovative basteranno le risorse che già ci sono. Bisognerà solo spenderle meglio».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)