Pensare male della vecchiaia aumenta il rischio di contrarre il morbo di Alzheimer. A scoprire questa strana connessione sono stati i ricercatori della Yale School of Public Health, che, con uno studio, hanno dimostrato come le persone che hanno convinzioni negative sull'invecchiamento, abbiano maggiori probabilità di subire cambiamenti cerebrali associati all'Alzheimer. I risultati in questione sono stati pubblicati sulla rivista 'Psychology and Aging'. Lo studio condotto da Becca Levy, professore associato di Salute pubblica e di Psicologia, è il primo che ricollega i cambiamenti del cervello relativi alla demenza a un fattore di rischio psicosociale a base culturale. Per questo, secondo gli psicologi, lottare contro i pensieri pessimisti relativi al tempo che passa potrebbe potenzionalmente offrire un modo per ridurre il tasso di rapido aumento dell'Alzheimer. Per dimostrare la loro teoria, gli autori hanno esaminato un gruppo di persone sane che avevano partecipato al Baltimore Longitudinal Study of Aging. "Anche se i risultati sono preoccupanti - rilevano gli studiosi - è comunque incoraggiante pensare che i pensieri pessimisti possono essere attenuati e che quelli positivi possono essere rafforzati, in modo che l'impatto negativo non sia inevitabile".
(Sintesi redatta da: Vincenzo D'Amuri)