Avvocati, insegnanti, assistenti sociali e medici. Sono queste le categorie di lavoratori meno a rischio Alzheimer. Ad affermarlo sono i ricercatori dell’Alzheimer Disease Research Center nel Wisconsin. I risultati sono stati presentati all’ Alzheimer’s Association International Conference in corso a Toronto. Il segreto? Un giusto mix di attività mentale e relazioni interpersonali. L’ultima ricerca presentata è in linea con quanto si afferma: un’intensa attività cerebrale può ridurre le possibilità di insorgenza della malattia. Nello studio gli scienziati statunitensi hanno esaminato le iperintensità della sostanza bianca - le macchie bianche visibili con la risonanza magnetica cerebrale e associate con la malattia neurologica - in 284 persone di mezza età, considerate a rischio demenza.
I più protetti da tali danni sono risultati avvocati, assistenti sociali, insegnanti e medici, i più vulnerabili invece gli addetti agli scaffali in magazzini e supermercati, cassieri, operai. Ma a difendere dalla malattia ruba-memoria non è tanto il fatto che si tratta di professioni «intellettuali», quanto la relazione con gli altri - evidenzia una dei ricercatori, Elizabeth Boots- e l’impegno nei loro confronti, che può risultare stressante, ma contribuisce a rendere il cervello più resiliente all’Alzheimer.
(Fonte: tratto dall'articolo)