Non esiste ancora una cura per l’Alzheimer, per gli oltre 600mila italiani e 50 milioni di persone nel mondo che ne soffrono. Con l’aumento dell’aspettativa di vita l’Istat prevede un raddoppio dei casi entro il 2030 e una triplicazione entro il 2050. Ad oggi dei 244 composti farmaceutici sperimentati dal 2002 al 2012 solo 14 sono diventati terapie, che però riescono solo ad affievolire i sintomi e rallentare il decorso. Il grosso del peso dell’assistenza dei malati è in 8 casi su 10 a carico delle famiglie.
Oggi si celebra la Giornata mondiale dedicata all'Alzheimer, mentre gli studiosi continuano a indagare sulle sue cause. Ad esempio, l’ultimo studio italiano ha confermato che la riduzione della produzione di dopamina è legata all’insorgenza della malattia. Da altri dati internazionali risulta che anche vivere nelle aree cittadine più inquinate aumenterebbe del 40% il rischio di demenza. "Bisogna - chiede la Federazione Alzheimer Italia - cambiare la modalità di assistenza, osservando e ascoltando il malato, conoscendone i bisogni, i valori, gli interessi". Come recita lo slogan stesso della Giornata: "Non dimenticare chi dimentica".
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)