"COME si chiama mia figlia?”. “Dove sono le chiavi di casa?”. “Ho preso le medicine?”. Sono alcune delle domande più comuni che si affollano nella mente di chi è affetto da Alzheimer, un male che affligge oltre 600mila italiani e i loro familiari. Mentre si attende che la ricerca metta a disposizione nuovi strumenti e terapie per curare questa patologia, la tecnologia e i social possono aiutare i pazienti a riconquistare la propria quotidianità. E’ quanto accade, per esempio, grazie ai chatbot, “assistenti virtuali” che si avvalgono dell’intelligenza artificiale a supporto delle persone. Ora anche quelle affette da demenze. Proprio oggi è stato presentato a Roma il progetto “Chat Yourself”, il primo chatbot per i malati prodromici di Alzheimer (@chatyourselfitalia) realizzato da Italia Longeva, la Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva del Ministero della Salute con il contributo non condizionante di MSD.
(Fonte: tratto dall'articolo)