Uno scompartimento ferroviario anni ‘70: i sedili, le luci, le stampe, le reti portabagagli, le targhette che avvertono di non gettare gli oggetti e poi un monitor-finestrino che proietta le immagini registrate di viaggi reali filmati in Italia. Fuori c’è la stazione, la sala d’aspetto, la biglietteria. Sembra di essere in treno. E invece è l’interno di un «contenitore terapeutico» realizzato da un’azienda specializzata in arredamento per case di riposo, cliniche e Rsa, che ha intrapreso un percorso di progettazione e realizzazione di sistemi nell’ambito delle terapie non farmacologiche legate all’Alzheimer. L’idea della terapia del viaggio per l’Alzheimer è del dottor Ivo Giovanni Cilesi, che ha ideato e strutturato la terapia del viaggio per ridurre i disturbi del comportamento e dell’umore nei pazienti con Alzheimer e stimolare l’area cognitiva favorendo il riemergere dei ricordi. «Il contenitore – spiega l’architetto Carlotta Ferri, responsabile della progettazione terapeutica per Alzheimer della Generali Arredamenti - viene realizzata su misura per ogni struttura, sul vero modello di una carrozza ferroviaria (serie 45000 di II classe in uso fino al 1980), ma abbiamo anche allo studio contenitori terapeutici come il bus, e il battello. Quando l’ospite è agitato, viene accompagnato dal personale all’interno di questo spazio dove si trova dentro ad un percorso simulato che lo fa sentire sicuro. Il treno, il bus e più in generale la terapia del viaggio, stimola nei malati di Alzheimer il ricordo di qualcosa di già vissuto e questa sensazione è in grado di tranquillizzarli».
(Fonte: tratto dall'articolo)