La demenza di Alzheimer è spesso definita una "malattia familiare", in quanto colpisce l’intera famiglia. Per questo motivo quando si parla della malattia, risulta essenziale considerare il caregiver: spesso si tratta delle figlie, in particolare per le pazienti femmine, oppure del coniuge, specialmente se il malato è maschio. Il caregiver è chiamato a dedicarsi all’assistenza anche per molte ore al giorno e questo lo conduce spesso a forti ripercussioni negative sulla sua salute mentale e fisica. Infatti, l’esposizione a fattori di stress quali i disturbi comportamentali, fisiologici e cognitivi del malato, può far emergere nel caregiver difficoltà psicosociali e comportamenti rischiosi per la salute, che si traducono inevitabilmente in sintomi ansiosi e depressivi, portando allo sviluppo di un malessere psico-fisico. Inoltre deve essere presa in considerazione la possibilità di favorire un processo di accettazione della malattia e di tutti quei cambiamenti che inevitabilmente si sono manifestati nel malato e nella sua relazione con il caregiver. A questo serve l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT). Si tratta di una nuova forma di psicoterapia cognitivo-comportamentale di terza generazione il cui obiettivo principale è quello di accettare ciò che è fuori dal controllo personale e impegnarsi nell’intraprendere azioni che arricchiscano la propria vita.
(Sintesi redatta da: De Felicis Dario)