Tra le cure per contrastare l’Alzheimer una possibilità potrebbe venire dalla relina, una proteina già nota per le sue potenzialità nella lotta alla demenza (nel cervello maturo modula la plasticità rafforzando le connessioni sinaitiche). In uno studio condotto sui topi dal gruppo, guidato dal professor Joachim Herzt, del dipartimento di genetica molecolare della University of Texas e del Center for Neuroscience della Albert-Ludwigs-University di Friburgo, ha mostrato la funzione protettiva di questa proteina proprio grazie alla sua azione di potenziamento delle sinapsi che metterebbe al riparo dalla loro perdita, tipica delle demenze. Nell’Alzheimer infattii l’iperproduzione della proteina neurotossica β-Amiloide causa il suo accumulo in aggregati che vanno poi a formare le placche che, insieme agli ammassi neurofibrillari inducono nell’uomo la morte neuronale e il decadimento cognitivo. Il nuovo studio mostra come disattivando il gene della relina in topi sani adulti, gli animali continuavano a vivere normalmente senza alcun decadimento cognitivo ma, al comparire delle placche, non sono stati in grado di fronteggiare la soppressione sinaptica e hanno sviluppato deficit di memoria e di apprendimento.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)