Il 21 settembre si celebra la Giornata mondiale dell’Alzheimer, che quest’anno si presenta in modo diverso, dopo che la pandemia di Covid-19 ha richiamato maggiore attenzione sulle persone che hanno perso l’autosufficienza per un disturbo cognitivo.
Tanto che ad agosto The Economist ha dedicato un dossier all’Alzheimer, cosa che ha fatto anche la celebre rivista medica The Lancet. Questa Giornata deve avere lo scopo sia di fare il punto sulle nuove scoperte che sui modi di assistere le persone e le famiglie che ne sono colpite.
Ci sono alcune cose che tutti possiamo fare: far conoscere la malattia e supportare i familiari, aumentare e e migliorare la formazione sui temi della cura alle persone con demenza, riorganizzare le cure sul territorio, magari sfruttando l'occasione dell'introduzione dell'infermiere di famiglia. Vanno anche riorganizzate le cure ospedaliere rivolte a queste persone, con sistemi specifici di assistenza, sviluppati soprattutto grazie all’attenzione da parte del personale di cura. Infine, per quanto riguarda le residenze per anziani, sarebbe importante anche qui un'organizzazione che matta a proprio agio i pazienti con problemi cognitivi, studiata con il personale, che ne permetta trattamenti più consoni e gentili verso queste persone.
Sono tutte indicazioni a costo zero che potrebbero, tramite un'alleanza tra studiosi, medici, operatori e famiglie di costruire modelli di assistenza dolci ed efficaci.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)