Nel 1906 Alois Alzheimer descrisse alcuni elementi all’interno del cervello di una paziente affetta da demenza, cercando di capire quali fossero le cause della malattia. Vent’anni più tardi se ne occupò anche il neurologo Critchley sostenendo che la causa più frequente del disturbo era legata all’avanzare dall’età. Quando negli anni ’60 la durata della vita cominciò a crescere, crebbe anche il numero di persone con demenza, portando a pensare che si trattasse di un disturbo “senile”.
Da quel momento numerosi studi si occuparono delle cause legate alla demenza,sbagliando. Lo ha rivelato uno studio della rivista scientifica “The Lancet Neurology” che appoggia, invece, i dati divulgati dall’OMS nel 2017. Per contrastare la demenza sarebbe prioritario dare spazio a misure preventive: la sindrome, infatti, sembrerebbe dovuta a lesioni che provocano danni irreversibili e progressivi al cervello, ma la prevenzione e la cura tempestiva scemano il rischio di demenza fino al 50%.
Si tratta di tenere controllati ipertensione arteriosa, disturbi cardiocircolatori, diabete, obesità, depressione,tabagismo, alcolismo, scarso impegno mentale, inattività fisica e insonnia. Un grande risultato con un minimo sforzo.
(Sintesi redatta da: Linda Russo)