Jerold Chun, del Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute di San Diego (California), ha analizzato i neuroni dei cervelli donati alla scienza da sei pazienti anziani sani e da sette che avevano avuto forme di Alzheimer. Chun e colleghi hanno verificato che nei pazienti con Alzheimer il gene precursore della proteina beta-amiloide, caratteristica della malattia, era presente in migliaia di versioni e in una quantità sei volte maggiore rispetto alle persone sane. Secondo Chun, in questa ricombinazione genica potrebbe avere un ruolo un enzima chiamato trascrittasi inversa, enzima che viene sfruttato dal virus dell'HIV per infettare le cellule, quindi le terapie anti-HIV che prendono di mira la trascrittasi inversa potrebbero forse essere utili per contrastare questo meccanismo della ricombinazione e quindi ostacolare l'insorgere della malattia di Alzheimer. Può essere che non sia un caso che i pazienti anziani con HIV e in trattamento antiretrovirale mostrino un'incidenza di Alzheimer inferiore alla media.
(Sintesi redatta da: Mamini Marcello)