Otto no, un si e due astenuti. E’ con questo verdetto che sembra senza appello che si sono espressi gli esperti dell’Fda (Food and Drug Administration, l'Ente per il controllo di alimenti e farmaci negli Stati Uniti) rispondendo al quesito principale circa l’efficacia di aducanumab, negando la loro approvazione a quello che avrebbe potuto essere il primo farmaco per il trattamento della causa alla base del morbo di Alzheimer.
Gli esperti scientifici del Peripheral and Central Nervous System Drugs Advisory Committee incaricato dall’Fda di esaminare di dati di aducanumab sono stati fortemente critici nei confronti delle prove a sostegno del farmaco, respingendo le argomentazioni a supporto avanzate dal suo sviluppatore, Biogen, e anche dai funzionari dell’Fda che in un dossier preliminare avevano espresso un orientamento tutto sommato favorevole.
L’Fda decide basandosi sul parere dei suoi comitati di esperti indipendenti ma non è vincolata a seguirlo.
In teoria potrebbe anche decidere di approvare aducanumab, magari con forti limitazioni sui pazienti eligibili al trattamento e chiedendo studi di conferma.
Lo sapremo solo il 7 marzo prossimo quando l’agenzia americana darà il proprio giudizio definitivo.
Qualche giorno fa si era diffuso un generale ottimismo sulle possibilità del farmaco di essere approvato dopo che un documento interno messo a punto dai funzionari dell’Fda a supporto del meeting di oggi indicava che Biogen aveva "fornito prove sostanziali di efficacia a sostegno dell'approvazione" dell'aducanumab come potenziale trattamento per il morbo di Alzheimer.
I revisori dell’Fda non avevano richiesto esplicitamente l'approvazione della Fda, ma il tenore delle loro osservazioni sembrava sostenere il farmaco di Biogen. I clinici e gli esperti di Alzheimer hanno avuto un parere diametralmente opposto, a conferma della divisione esistente circa il valore del farmaco all’interno della comunità scientifica.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)