Dopo la recente approvazione dell’anticorpo monoclonale Aducanumab, si torna sempre più a parlare di Alzheimer. In particolare, ora, sembra essere allo studio un possibile vaccino contro questa forma di demenza. Ancora nelle fasi iniziali della sperimentazione, il vaccino si chiama AADvac1. Durante la ricerca, allo stadio intermedio e su un numero limitato di pazienti (la fase 2), sono stati rilevati dei primi possibili benefici contro l’Alzheimer nella forma lieve.
Condotto da ricercatori europei – fra cui gli scienziati dell’Università di Medicina di Graz, in Austria – lo studio è stato pubblicato su Nature Aging. Il vaccino in questione è differente da quelli classici, utilizzati per altre patologie, dall’influenza al Covid-19, dato che non è uno strumento preventivo ma una terapia. In questa ricerca gli scienziati hanno puntato a colpire la proteina tau, uno dei principali elementi che si ritengono coinvolti nell’Alzheimer, in particolare nella formazione degli ammassi neurofibrillari.
I ricercatori lo hanno testato su 196 pazienti anziani con Alzheimer lieve attraverso numerosi richiami – il piano prevedeva undici somministrazioni – per due anni. Lo studio ha come obiettivi esaminare la risposta immunitaria generata dal vaccino e l’eventuale ruolo nel ridurre il calo cognitivo. Il vaccino è risultato sicuro, ben tollerato e in grado di indurre una risposta immunitaria nei pazienti che lo hanno ricevuto. In particolare, i ricercatori hanno registrato alti livelli di anticorpi specifici diretti contro la tau. Il punto, però, è che a questa produzione di anticorpi per ora – almeno in questo studio – non corrisponde un miglioramento significativo rispetto al declino cognitivo. Quest’ultimo risultato emerge dall’analisi dei dati dell’intero campione, mentre in un sottogruppo sembrano invece esserci dei benefici: per questo sarà necessario approfondire l’indagine.
(Fonte: tratto dall'articolo)