La prevenzione dei fattori di rischio della sindrome di Alzheimer è efficace, come risulta da dati raccolti in diversi paesi, che confermano che almeno un terzo dei casi di sindrome d’Alzheimer è dovuto a fattori di rischio ignorati o trascurati come diabete, ipertensione arteriosa e altri disturbi cardiocircolatori, obesità, depressione, tabagismo, scarso impegno intellettuale e inattività fisica. Fattori di rischio altrettanto influenti sono l’insonnia, l’uso di alcol oltre 60 grammi al giorno negli uomini, 40 grammi nelle donne, 7/10 di litro di vino al giorno, 5/10 nelle donne o un litro e mezzo di birra e tutte le droghe, compresa la marijuana. Uno studio di dieci Istituti di salute pubblica, geriatria, neurologia, medicina interna e gerontologia di Finlandia, Svezia, Olanda e Francia in cui è stato concordato un protocollo per verificare in tre anni la disciplina dell’osservanza di misure preventive della demenza in persone oltre i 60 anni. Sono stati controllati l’esercizio fisico, la dieta, l’attività cognitiva, la prevenzione cardiocircolatoria, il tabagismo, il consumo di alcol, il diabete, la cura della depressione. Si è notato che, anche se si sa che queste misure sono le uniche che possono aiutare ad evitare la demenza, restano scarsamente osservate. Bisognerebbe organizzare una prevenzione su larga scala, coinvolgendo ospedali, ambulatori, cliniche di varie specialità e medici di famiglia. Quindi più che l’inutile diagnosi precoce di amiloidi nel cervello di persone sane meglio intervenire con stili di vita appropriati, con la prevenzione.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)