La prestazione di un'Intelligenza Artificiale per individuare la malattia di Alzheimer è stata presentata a Washington da Paul Thomson, neuroscienziato della University of Southern California at Los Angeles, al meeting della Società Americana di Genetica Umana.
L'IA utilizza la risonanza magnetica del cervello per svelare se una persona sia stata colpita dal morbo e la sua super-prestazione rappresenta una potenziale manna per i medici e per i ricercatori che stanno lavorando allo sviluppo di trattamenti contro una malattia sempre più diffusa.
Solo di recente l'organo regolatorio statunitense, la Fda, ha approvato il farmaco «lecanemab» per rallentare il decorso dell'Alzheimer, mentre cresce l'attesa per altri farmaci, sebbene nessuno appaia davvero risolutivo.
Si stima che, in media, oltre due pazienti su tre non abbiano una diagnosi attendibile (senza la quale, negli Usa, ad esempio, la terapia con il «lecanemab» non può essere avviata).
Per di più, la malattia «consuma» il cervello per anni prima di palesarsi con i deficit cognitivi. Così, i trattamenti sono spesso ritardati, mentre sarebbe essenziale iniziarli il più precocemente possibile: solo in questo modo crescono le chance di rallentare il decorso della demenza. Ed ecco perché è tanto importante un approccio diagnostico semplice e affidabile.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)