Cinquanta milioni di persone al mondo soffrono di una forma di demenza, di cui la più diffusa è l'Alzheimer, e questa cifra è destinata a triplicare entro il 2050. Attualmente non esiste una cura risolutiva ma soltanto terapie per tamponare temporaneamente i sintomi.
Per questo un'ampia fetta della ricerca sta lavorando per individuare non solo i fattori di rischio delle malattie neurodegenerative, ma anche sintomi precoci, presenti già numerosi anni prima della loro comparsa. Fra questi potrebbero esserci anche disturbi apparentemente scollegati, come problemi del sonno o sintomi cardiaci.
Scoprire quali elementi sono collegati allo sviluppo delle demenze è essenziale sia per conoscere meglio queste malattie sia per gestire al meglio chi è a rischio di svilupparle. Con questo obiettivo nasce il progetto inglese EDoN (Early Detection of Neurodegenerative diseases) dell'Alzheimer Research Uk, la principale organizzazione no profit per la ricerca sulla demenza nel Regno Unito.
(Fonte: tratto dall'articolo)