In base a quanto rilevato da uno studio della Northwestern University (USA), la presenza e la vastità delle reti sociali aiuterebbe anche una buona persistenza della memoria in età anziana, un'indice importante del fatto che il processo degenerativo del cervello è stato rallentato. “Non c’è dubbio - dice Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria - che la maggior parte degli studi scientifici depongono a favore della funzione psicoattivante dei contatti sociali, che stimolano circuiti cerebrali e attivano interessi diversi. Tutto ciò ha un ruolo neuroprotettivo significativo”.
(Sintesi redatta da: Mamini Marcello)