Du Peng, uno dei massimi esperti cinesi per l’invecchiamento e vicepresidente dell’Università di Renmin, intervistato dal China Daily, ha illustrato le linee guida del nuovo piano statale a medio e lungo termine, per l’invecchiamento attivo. Il piano è stato messo a punto nel novembre del 2019 da parte delle autorità centrali ed è considerato un documento storico, in quanto per la prima volta definisce gli intenti e gli strumenti che il Paese ha individuato per affrontare il crescente fenomeno dell’invecchiamento.
Il piano parte dal presupposto che l’invecchiamento è un processo lungo, che va affrontato nel corso di tutta la durata della vita dell’individuo. Alla luce di ciò il documento pianifica come affrontarne i diversi stadi, in aggiunta alle misure da prendere per garantire le cure, l’accesso e la partecipazione dei senior alla società attiva, nell’ottica di creare un sistema di sicurezza sociale resiliente al cambiamento. Le linee guida per i prossimi anni, appena enunciate, mostreranno i loro primi affetti entro il 2035 e saranno pienamente realizzate entro il 2050.
Il piano aiuterà a dissipare, nelle intenzioni del Governo, la “fobia dell’invecchiamento”, consentendo alle persone di considerare la vecchiaia in realtà ancora un’età dinamica. Il termine cinese “yanglao”, infatti, che può essere tradotto come “assistenza alla vecchiaia”, viene usato in questo contesto con riferimento ai servizi di cura e di assistenza rivolti alle persone non autosufficienti appartenenti alla terza età. Ma non solo: rientrano, infatti, in questo concetto generale di “assistenza” anche tutti quei provvedimenti rivolti agli anziani ancora pienamente attivi, per i quali sono previsti piani di aggiornamento e di studio per chi è nel mondo del lavoro e per coloro che vogliono partecipare alle iniziative di stampo sociale.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)