E’ italo-cinese l'ultima tecnica mini-invasiva per impiantare una protesi di anca, uno tra gli interventi più richiesti (centomila l’anno) soluzione chirurgica per fratture, traumi, artrosi e artrite reumatoide. Con un taglio di pochi centimetri, senza far uscire la testa del femore dalla sua sede e anestesia epidurale permette di riprendere a camminare dopo 6-12 ore. «Proprio la non lussazione - spiega Gianluca Cusmà, responsabile Chirurgia ortopedica mini invasiva al Polo di Pavia del Gruppo ospedaliero San Donato che ha lavorato alla tecnica - permette un recupero immediato del tono muscolare. Nessuno stress durante la manovra. Per questo è possibile mettersi in piedi già sei ore dopo essere usciti dalla sala operatoria. La micro invasività verso i tessuti, inoltre, ha fatto diventare irrisorie le perdite di sangue. Rendendo questa tecnica ideale nel paziente anziano e debilitato». Questa tecnica, ideata da un medico di Taiwan naturalizzato americano ha creato nuovi strumenti per intervenire sul paziente. «Sono stato per due settimane presso l'università cinese di Yangzhou - aggiunge Cusmà - E' nato così l'adattamento alla realtà anatomica occidentale. La capsula articolare viene preservata anteriormente e posteriormente e la stabilità dell'anca rimane pari a quella pre operatoria. Sia nel caso si tratti di uno sportivo, di una persona con problemi di usura pur essendo giovane, che nell'età avanzata».
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)