Un recente reportage di matrice tedesca illustra il numero crescente di anziani che si approcciano al mondo dei videogiochi, non solo per divertirsi, ma soprattutto perché "giocando ci si dimentica delle proprie malattie e sofferenze". Questa è una delle affermazioni più ricorrenti tra gli intervistati nel reportage.
In esso, uomini e donne, di età compresa tra i 60 e gli 80 anni, raccontano la loro vita scandita da tornei professionistici di esport, video su YouTube e terapie innovative che sfruttano il videogioco e le nuove tecnologie per rendere più godibile la vita quotidiana. Tra di loro i Silver Snipers, team svedese con sede a Stoccolma, composto da ultrasessantenni che si dilettano in competizioni ufficiali di Counterstrike, un gioco dove si affrontano terroristi e forze dell’ordine, in una adrenalitica caccia all’uomo. Molti sono venuti a conoscenza del gioco grazie ai nipoti, creando un particolare rapporto con loro, basato su una passione in comune che va oltre i confini dell'età. Così racconta Inger Grotteblad, 67enne nonna di 6 nipoti, nonché membro di successo dei Silver Snipers.
Gli anziani dediti al videogioco hanno un forte appeal sui giocatori più giovani. Lo prova l'enorme successo del canale YouTube, Senioren Zocken, in cui i berlinesi Uschi Cezanne (81 anni) e Peter (76 anni) si mettono in gioco provando gli ultimi titoli del momento. Il canale attualmente conta 481.000 iscritti, e in Germania sono delle vere celebrità. Sempre in Germania, sta prendendo piede il progetto Memore Box, che sfrutta la Realtà Virtuale per coinvolgere i residenti di una casa di riposo a Potsdam. I risultati positivi sono subito evidenti: nonostante lo scetticismo iniziale, i partecipanti hanno cominciato a rafforzare il concetto di gruppo e cooperazione, oltre a notare ottimisticamente l'impegno richiesto alle proprie capacità psico-fisiche. Tramite Memore Box, infatti, viene sollecitata la vista, l'udito, i riflessi, le abilità motorie.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)