L’endocrinologo Vito Angelo Giagulli, responsabile del servizio territoriale di Endocrinologia e Malattie Metaboliche del Presidio Territoriale Assistenziale “F Jiaia” di Conversano, fa il punto su alcuni aspetti del periodo dell'andropausa.
Il concetto di andropausa per il maschio è molto diverso rispetto a quello della menopausa per la donna. L’uomo non vive una vera e propria condizione d’ipogonadismo stabile, potendo continuare a procreare. L’uomo vive una condizione di declino progressivo della funzione testicolare e in particolare della cellula che secerne il testosterone (in ogni caso, il testosterone si riduce a partire dai 50 anni con una caduta media di circa lo 0,8% annuo). Esistono patologie che facilitano la caduta del testosterone totale e, in particolare, della sua frazione libera, indicando una condizione di compromissione dello stato di salute: l’obesità, ipercolesterolemia, ipertensione, la sindrome metabolica, il diabete mellito conclamato, le malattie cardiovascolari, la sindrome delle apnee notturne, l’insufficienza renale cronica e la depressione.
Una condizione di deficit di testosterone può minare il metabolismo di diversi organi o apparati facilitando così la persistenza di malattie metaboliche importanti e delle loro gravi complicanze e sequele come ad esempio l’arteriosclerosi, le malattie cardiovascolari con gli eventi acuti e le fratture ossee.
In assenza di patologie importanti, un corretto stile di vita può mantenere nel tempo un buon livello di testosterone nel sangue. Occorre seguire un sano regime alimentare, fare regolare attività fisica per controllare il peso, così facendo si hanno buone probabilità di tenere nei giusti valori il testosterone.
(Fonte: tratto dall'articolo)