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Ansia collegata a progressione più veloce dell’Alzheimer secondo studio

www.notiziescientifiche.it, 24-11-2020

Secondo uno studio recentemente presentato all’incontro annuale della Radiological Society of North America l’ansia cronica può essere collegata ad una velocizzazione del passaggio da un lieve deterioramento cognitivo alla malattia di Alzheimer.

“Sappiamo che la perdita di volume in alcune aree del cervello è un fattore che predice la progressione verso la malattia di Alzheimer”, spiega Maria Vittoria Spampinato, una professoressa di radiologia dell’Università Medica della Carolina del Sud. “In questo studio, volevamo vedere se l’ansia avesse un effetto sulla struttura cerebrale, o se l’effetto dell’ansia fosse indipendente dalla struttura cerebrale nel favorire la progressione della malattia”.

I ricercatori hanno analizzato i dati di 339 pazienti con un’età media di 72 anni. Di questi pazienti, 72 hanno poi acquisito la malattia di Alzheimer.

I dati riguardavano anche quelli ottenuti tramite risonanze magnetiche cerebrali grazie ai quali i ricercatori conoscevano i volumi dell’ippocampo e della corteccia entorinale. Si tratta di due aree del cervello che hanno un ruolo fondamentale per la strutturazione dei ricordi.

Inoltre, tra i dati, c’erano anche quelli relativi alla presenza dell’allele ApoE4, considerato uno fattore di rischio genetico per l’Alzheimer. Infine c’erano anche dati riguardanti gli stati di ansia misurata tramite indagini cliniche.

I pazienti successivamente colpiti da Alzheimer erano quelli che avevano volumi inferiori dell’ippocampo e della corteccia entorinale e maggiori livelli dell’allele ApoE4.

Tuttavia gli stessi i ricercatori scoprivano anche che coloro che si erano poi ammalati di Alzheimer erano maggiormente caratterizzati dai sintomi dell’ansia.

“I pazienti con deficit cognitivo lieve con sintomi di ansia hanno sviluppato il morbo di Alzheimer più velocemente degli individui senza ansia, indipendentemente dal fatto che avessero un fattore di rischio genetico per il morbo di Alzheimer o la perdita di volume del cervello”, spiega Jenny L. Ulber, prima autrice dello studio.

Ancora non si può stabilire, però, come spiega la stessa Spampinato, se l’ansia possa essere considerata un sintomo dell’Alzheimer oppure se al contrario l’ansia contribuisce al declino cognitivo che poi facilita l’insorgenza dell’Alzheimer stesso.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Data dell'articolo2020-11-24
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Fontewww.notiziescientifiche.it
Approfondimenti Onlinenotiziescientifiche.it/ansia-collegata-a-progressione-piu-veloce-dellalzheimer-secondo-studio/
Subtitolo in stampawww.notiziescientifiche.it, 24-11-2020
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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