Nell’era di “Fortnite” e “Call of Duty”, i videogiochi più in voga del momento che immobilizzano migliaia di persone davanti al pc ogni giorno, tornano alla luce antichi passatempi quando per divertirsi bastavano solo della sabbia e dei pezzi di legno. È il caso del gioco delle “spacere”, nato in Veneto tra Ottocento e Novecento lungo le sponde del fiume Piave. Si racconta che in alcuni paesi posti sulla riva destra del fiume, fosse usanza raccogliere la sabbia e realizzare delle piattaforme sulle quali venivano posti dei birilli di legno, abbattuti, a debita distanza, con quelle che dialetto trevisano si chiamano le “spacere”, ovvero sassi appiattiti che si trovano nel guado del Piave. Molte le osterie che annesso al locale disponevano di impianti dedicati a questo gioco, che ora è approdato anche ad Imer. Giuseppe Olivo trevigiano di origini ma molto legato ad Imer, dove e' stato realizzato è l’unico impianto presente in Trentino. Si tratta di un’attività in cui non si gioca contro qualcuno ma unicamente per migliorare la propria abilità e concentrazione. Le ditte a cui sono stati commissionati i lavori per le parti lignee e metalliche dell’impianto sono tutte locali, ad essere lanciati contro colorati birilli in legno di frassino non sono più i sassi ma dei piccoli dischi di acciaio. Al momento il gioco, per ovvi motivi di sicurezza, è praticabile solo dagli adulti ma sono in programma le procedure di adattamento del campo al fine di poterlo consentire anche ai bambini, per loro verranno messi a disposizione dischetti e birilli rigorosamente in plastica. Si prevede inoltre l’illuminazione notturna in modo da rendere possibile gioco e divertimento anche la sera.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)