Esistono dagli anni '80, costano meno dell’assistenza residenziale, funzionano, ma ad oggi sono ancora in forte ritardo per quanto riguarda la diffusione e la disponibilità di posti, mentre standard assistenziali e costi parlano di un panorama fin troppo variegato. Sono i centri diurni per anziani non autosufficienti, una realtà a cui il quinto Rapporto sull’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia messo a punto dal network non autosufficienza ha dedicato un capitolo ad hoc curato da Franco Pesaresi, direttore dell’Azienda Servizi alla Persona “Ambito 9” di Jesi e tra gli autori del rapporto. Sebbene questi centri esistano da 35 anni, è la prima volta che uno studio cerca di fare un quadro nazionale esaustivo. Si tratta di strutture sociosanitarie nate per contrastare il ricovero in strutture residenziali, mantenere condizioni di autonomia, rallentare il decadimento fisico e psichico degli anziani e promuovere il sostegno alla famiglia nella gestione dell’assistito. Ad oggi sono tre le tipologia di centri individuate dal quadro normativo: quelli per anziani non autosufficienti e quelli per anziani affetti da demenza che devono essere garantite su tutto il territorio, infine i centri di protezione sociale per anziani bisognosi di socializzazione e sostegno su cui decidono i singoli territori. Tuttavia, il quadro che emerge dallo studio parla di forti differenze non solo tra le Regioni, ma anche al loro interno e la mancanza di modelli di riferimento.
(Fonte: tratto dall'articolo)