L’Italia è il terzo Paese al mondo in cui si gioca di più d’azzardo e il primo al mondo per la vendita di “Gratta e vinci”. Oggi si conta una slot machine ogni 150 abitanti. I giovanissimi e gli anziani sembrano le due categorie più a rischio di sviluppare una dipendenza patologica da gioco d’azzardo. Secondo una ricerca condotta nel 2013 da Fipac, in Italia il 23,7% delle persone tra i 65 e 75 anni ha un problema di gioco problematico o patologico. Secondo le stime 1.700.000 anziani sono giocatori; di questi, quelli patologici sarebbero 500.000. Complessivamente gli anziani giocano 5,5 miliardi di euro, circa 3.200 euro l’anno e 266 euro al mese. Sempre nel 2013 l’indagine “Anziani e azzardo”, realizzata da Gruppo Abele, Auser Nazionale e Libera, ha esplorato il comportamento di gioco d’azzardo tra la popolazione over 65. E’ risultato che i giocatori d’azzardo anziani sono dediti a giochi cosiddetti di “intrattenimento passivo” come le famigerate “macchinette”, le lotterie istantanee, il bingo, il lotto ed il superenalotto. Giochi con accesso estremamente semplificato, con esito esclusivamente legato alla fortuna e al caso e con scarso impiego di potenziale cognitivo da parte del giocatore. L’elemento di rischio consiste nel fatto che per i giocatori dediti a questo tipo di giochi la progressione verso la dipendenza avviene più rapidamente di quanto non accada con altre forme di gioco. E uscirne è più difficile per la coesistenza di fattori legati all’età ed alla fragilità. Ulteriore elemento fra i fattori di rischio per la dipendenza da gioco d’azzardo tra gli anziani è la “perdita dei ruoli sociali tradizionali” che caratterizza questa età della vita; al non essere più genitori, lavoratori, mariti, mogli può seguire il rischio di isolamento, solitudine, depressione. Il gioco, in questo quadro psicologico, può così assumere una funzione compensatoria nella vita delle persone. Rischia di diventare “importante” perché procura occasioni di socialità, offre divertimento e l’illusione di dare una svolta alla propria vita, di migliorare le proprie condizioni economiche. I membri di “Mettiamoci in gioco” hanno scritto ai presidenti di Camera e Senato e al presidente del Consiglio per sollecitare l’avvio dell’iter parlamentare di una proposta di legge che vieti tutta la pubblicità sull’azzardo ed hanno proposto l’uso della tessera sanitaria per poter giocare. Ma oltre alle eventuali azioni politiche è necessario creare strumenti per arginare il fenomeno della dipendenza ed aiutare le persone, soprattutto gli anziani, ad essere più informate e consapevoli.
(Fonte: tratto dall'articolo)