La domanda da porsi non è se l'invecchiamento sia una condizione umana sopportabile o meno, bensì se è possibile considerarlo come una fase dell'esistenza nella quale i cosiddetti vecchi possano cogliere nuove opportunità derivanti dall'acquisizione di un sapere più ricco della vita. Altra domanda a cui dare risposta è se è possibile rendere la vecchiaia un fenomeno costruttivo di una cultura sociale che rafforza i legami umani. Prima ancora che le politiche pubbliche, è la cultura che dando fondamento a una superiore etica del civile, può dare riconoscimento alla grande ricchezza insita nel processo dell'invecchiamento. Un giorno, nell'immediato futuro, ci chiederemo non se i nonni servono o siano utili a qualcosa, ma, semmai, quanta umanità hanno nei cuori e quanta educazione alla libertà della vita ci possono trasmettere. (Fonte: www.ibs.it)