E’ difficile guardare al consumatore anziano senza cadere nella trappola di una visione indistinta e povera di una terza età debole e marginale e quindi lontana dal consumo.
La realtà oggi sta rovesciando però i termini del problema, visto che gli anziani vitali (parte maggioritaria della terza età) cominciano ad essere visibili e ad esigere risposte maggiormente adeguate rispetto ai loro bisogni, sul piano dei prodotti e dei servizi loro offerti.
L’indagine, condotta su due campioni nazionali paralleli (gli anziani italiani e gli anziani iscritti a 50 & Più Fenacom) ha esplorato comportamenti, valori, strategie che l’anziano mette in atto, con riferimento ad un settore specifico, quello dei prodotti alimentari.
Ciò che emerge è la figura di un soggetto evoluto che ha accumulato esperienze e capacità di decisione. Ma che sa anche riconoscere i vincoli e i corrispondenti 'disagi' che gli odierni prodotti (e i relativi servizi o non servizi) gli procurano e che egli vorrebbe veder superati.
C’è un’attesa di comprensione di quello che effettivamente si è e si rappresenta, che le imprese dovrebbero saper cogliere nel loro fondamentale interesse, uscendo dagli schemi di un marketing 'povero', influenzato prevalentemente dalle sole logiche giovanilistiche, da un lato o da quelle, distorte, di un presunto mercato anziano, legato ai soli bisogni primari e di assistenza.
Le persone mature (come vogliono farsi chiamare gli anziani) chiedono un mercato alimentare che mostri una corrispondente maturità, nei prodotti, nei servizi che offre e nella pubblicità che promuove. (Fonte: www.50epiu.it)