Quello degli abusi è un problema che interessa un anziano su dieci: atti singoli o reiterati di violenza fisica, psicologica o verbale, incuria o abbandono a danno di persone fragili a causa della loro età, commessi, contrariamente a quanto si crede, nella maggior parte dei casi dai parenti, i figli in particolare. Risulta che i maltrattamenti peggiorino i deficit cognitivi e la demenza negli anziani e ne accelerino la morte prematura mentre favoriscono l'insorgenza di ansia e depressione, rabbia, impotenza anche in chi si occupa di un anziano malato senza averne le risorse, le capacità psicologiche e un adeguato supporto sociale. La società americana di gerontologia ha identificato i fattori di rischio e i segni che possono rivelare i maltrattamenti: evidenza di tensioni, atteggiamento di paura, cambiamenti nel comportamento dell'anziano come aggressività o chiusura, evidenza di contusioni, lividi, fratture, stato confusionale determinato presumibilmente da un abuso di tranquillanti, ma anche segni sui polsi e occhiali rotti. Sono segnali anche disidratazione e malnutrizione, piaghe da decubito e condizioni igieniche scarse che possono saltare all'occhio dei sanitari in una visita a domicilio o in caso di un ricovero. Quando l'abuso avviene in una casa di risposo o una struttura, l'anziano spesso non denuncia, teme ritorsioni o che nessuno si prenderà cura di lui, mentre in altri casi arriva a incolpare se stesso e a credere di meritare ciò che gli sta accadendo. Ci si interroga quindi sulla possibilità o la necessità di porre delle telecamere di sorveglianza in scuole, istituti, residenze assistenziali e ovunque ci siano soggetti fragili che possono essere oggetto di maltrattamenti, cosa che la legislazione vigente permette.
(Fonte: tratto dall'articolo)