Anziani: cosa dice il V Rapporto del Network sulla non autosufficienza.
I numeri del Rapporto hanno tutti segno negativo a fronte di una popolazione, quella non autosufficiente, in costante crescita: meno utenti presi in carico dai servizi sociali pubblici, meno utenti ospiti in strutture residenziali, meno utenti che godono di un assegno di accompagnamento. A parlare sono appunto i numeri. L'allarme è dettato dal fatto che, ad oggi, nonostante le diverse ipotesi di legge ancorate in Parlamento, ancora non si manifesti la volontà di rispondere a questa sfida. Dalla tabella esposta (vedi documento allegato) e pubblicata nel rapporto, si evince infatti che, a fronte di 2,5 milioni di anziani con problemi di autonomia o non autosufficienza, un notevole ampliamento della popolazione anziana over 65 anni che, unitamente al fenomeno dell'invecchiamento, chiede e ha bisogno di servizi che oggi tende a non chiedere più o a non ricevere affatto pur chiedendo: la coperta è corta e di certo non arriva a coprire quei bisogni di assistenza a lunga termine richiesti dalle persone non autosufficienti. La non autosufficienza in Italia sta diventando progressivamente un problema che viene risolto solo ed esclusivamente da quelle famiglie che possono farsene carico. E a dirlo è l'Istat che nella ricerca "La conciliazione tra lavoro e famiglia" (2011) enumera in 3,3 milioni di persone i cittadini che si prendono cura di persone non autosufficienti, giovani o anziani che siano. Il problema è serio ed è causa di povertà, dopo la perdita del lavoro. Il rapporto ben sottolinea infatti come, anche a fronte di uno sforzo enorme da parte delle famiglie, il sistema rischi il crack: per effetto di dinamiche demografiche infatti, nel prossimo futuro assisteremo ad un aumento di popolazione anziana con problemi di autosufficienza e a una diminuzione per calo di natalità delle persone che nelle famiglie possono occuparsene. Una legge organica, finanziamenti adeguati alla sfida e un'innovazione nell'offerta è quanto di più urgente in questo momento e il nostro Paese è in ritardo.
(Fonte: tratto dall'articolo)