Il Giappone, pur essendo uno dei paesi più popolati del mondo, sembra essere avviato all’estinzione demografica. Dal censimento del 2015, per la prima volta dal 1920 (anno del primo censimento) la popolazione complessiva registra una diminuzione, attestandosi a 127.094.749 (-0,8% rispetto al 2010), quota comprensiva di 1 milione e 700mila stranieri. Definisce meglio il quadro demografico la distribuzione per età, con entrambe le fasce estreme – quella sotto i 15 anni, e quella dei più anziani, oltre i 65 – che raggiungono livelli record: negativo nel primo caso (12,6%), 'positivo' nel secondo (26,6%). Di conseguenza è in salita la richiesta di caregivers, poiché si stima che nel 2025 circa 6 milioni di anziani ultra 75enni avranno necessità di essere accuditi. Per correre ai ripari in Parlamento è in discussione un disegno di legge che prevede di consentire ai tirocinanti stranieri di lavorare anche se emerge da un’inchiesta del ministero della Sanità, lavoro e welfare, che nel 70% dei casi l’impiego dei tirocinanti è accompagnato da abusi e violazioni dei loro diritti. Strano epilogo per un Paese dove il culto degli antenati e il rispetto degli anziani hanno rappresentato un collante identitario e nel quale lo sviluppo della robotica sta cercando di dare risposte proprio alla parte più longeva della popolazione con soluzioni dedicate. Altro lato del problema la crisi delle nascite dovute sia alle richieste troppo invasive del mondo del lavoro, che alla crescita del numero delle donne che arrivano al termine dell’età riproduttiva senza figli per l’assenza di una relazione di coppia votata alla generatività.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)