La ricerca “Domiciliarità e Residenzialità per l’invecchiamento attivo” presentata da Auser dà conto di una realtà in cui cresce la domanda di assistenza, mentre scarse e inadeguate si rivelano le risorse per i servizi. Famiglie sempre più in difficoltà secondo la ricerca dell’Auser: aumentano i non autosufficienti, diminuiscono i servizi. Chi può, resta a casa assistito dalle badanti o si rivolge ai Comuni, che però in molti casi hanno dovuto tagliare le risorse (a sorpresa, soprattutto al Nord). E intanto calano i posti negli istituti, dove si concentrano i grandi anziani con i maggiori problemi (sia presidi residenziali pubblici calati di numero del 7,2% che privati, - 10,4%). Gli anziani ospiti di strutture residenziali fra il 2009 e il 2013 sono diminuiti del 9,1%; quelli che hanno l’indennità di accompagnamento sono scesi dello 0,6% tra il 2011 e il 2013. La spesa per servizi sociali per anziani di regioni e comuni dal 2009 al 2013 è diminuita del 7,9%.
Sono 2,5 milioni gli anziani che fanno ricorso all'ADI (assistenza domiciliare integrata) o al SAD (servizio assistenza domiciliare), mentre nelle strutture trovano assistenza poco più di 278.000 anziani (dati 2013). A livello nazionale, i comuni che offrono il servizio ADI nel periodo 2009-13 sono rimasti stabili (passando dal 41,9% al 41%), ma nel Nord ovest l’offerta passa da 38,5 a 43,4%, nel Nord est diminuisce da 73,8% al 54,8%, come anche nel Centro (dal 51,7% al 43,3%). Al Sud e nelle Isole, invece, il servizio cresce, passando dal 32,4 al 37,4%, e dal 7,8 al 10,3% dei Comuni. Il servizio SAD è offerto da oltre l’85% dei Comuni e rimane pressoché stabile.
(Fonte: tratto dall'articolo)