L’ulteriore conferma dei benefici del ballo per gli anziani, in salute e malati, viene da BAILAMOS, progetto finanziato dagli istituti nazionali di sanità americani (National Institutes of Health, NIH) e dedicato alla diffusione del ballo nei latinoamericani anziani, in media meno propensi dei loro coetanei di etnia non latina a svolgere attività fisica e più soggetti a malattie come il diabete e ipertensione.
I risultati sono stati presentati al congresso Epidemiology and Prevention (EPI)/Lifestyle and Cardiometabolic Health 2016 dell’American Heart Association appena conclusosi a Phoenix.
Lo studio, guidato da David Marquez del dipartimento di chinesiologia dell’Università dell’Illinois a Chicago, prevedeva la frequenza di due diversi programmi di attività della durata di 4 mesi. I soggetti reclutati erano 57 adulti di età media di 65 anni, dallo stile di vita piuttosto sedentario. Ebbene, al termine dei quattro mesi, chi si era dedicato al ballo camminava più velocemente e mostrava migliori prestazioni nel test motorio consistente nel percorrere camminando una distanza di 400 metri rispetto al momento del reclutamento, oltre a riferire un aumento del tempo libero dedicato all’attività fisica. Gli stessi miglioramenti, dalle importanti ripercussioni sulla salute cardiovascolare di un organismo che invecchia, non sono stati osservati nei soggetti che avevano invece seguito le lezioni frontali. I ricercatori stanno ora cercando di capire se quest’attività abbia anche degli effetti positivi sulle capacità cognitive degli anziani, magari rallentandone il decadimento.
(Fonte: tratto dall'articolo)