Ogni anno più di 183mila nuove diagnosi negli anziani che sono pazienti difficili perché soffrono di tante patologie contemporaneamente e assumono più farmaci. Ma per loro (e non solo) le medicine nanotecnologiche possono migliorare le cure e la qualità di vita. Oltre il 50% delle diagnosi di tumore riguarda over 70. La presenza di più patologie, dal colesterolo, al diabete, all’ipertensione all’osteoporosi ecc., creano problemi che pesano tantissimo sulla possibilità di sopravvivenza. Con l’avanzare dell’età viene meno la capacità di riparazione cellulare dell’organismo, tanto che dopo i 70 anni il rischio oncologico può essere anche 40 volte più alto di quello di una persona giovane e 4 volte superiore di quello di un individuo tra i 40 e i 59 anni. Inoltre gli anziani non vengono considerati pazienti adatti a partecipare ai trial clinici e proprio a causa della ripetuta esclusione dalle sperimentazioni, i miglioramenti ottenuti in oncologia negli ultimi venti anni li hanno riguardati solo marginalmente. Dunque, l’anziano è un paziente che richiede più attenzione anche perché assumendo spesso molti farmaci ogni giorno è più esposto al rischio di reazioni avverse. Occorre prendere atto che la competenza oncologica da sola non basta. Bisogna pensare ad una geriatrizzazione dell’oncologia e, in assenza di un geriatra nel reparto, organizzare, come in Francia consulti in teleconferenza.