Costanza, sensibilità, tempo. Non sono moltissimi, i criteri di base richiesti da Pro Senectute ai suoi volontari per l’accompagnamento a domicilio degli anziani. Non sono molti, ma sono importanti. Lo sottolinea Laura Tarchini, responsabile comunicazione per la Fondazione, lanciando l’appello con cui intende rimpinguare la “squadra” chiamata a operare nel Locarnese. Al momento i volontari a domicilio disponibili nella regione sono solo 20, una quarantina in totale per tutti i settori, fra cui il servizio fiduciario, quello nei centri diurni, o per i progetti di quartiere e per aiuti puntuali (vacanze, eventi particolari, ufficio). I compiti sono sostanzialmente far visita, portare gli anziani a fare due passi o recarsi insieme a far la spesa. Durante la prima ondata pandemica il cambiamento rispetto alle abitudini era stato sostanziale. Innanzitutto, a inizio anno c’era stato il confinamento degli anziani, e molti volontari sono “over 65”, quindi per un mese e mezzo non c’era stata la possibilità di fare l’accompagnamento fisico, sostituito comunque da quello telefonico. Per quanto riguarda la spesa, c’era stata l’attivazione di persone più giovani, fra le quali tra l’altro molte finite in orario ridotto e pronte a prestare quel loro tempo rimasto inaspettatamente libero. Tarchini rileva che il volontariato a domicilio continua ad avere una grande importanza proprio partendo dal fatto che le persone hanno forzatamente meno contatti con i familiari. Nelle situazioni di solitudine la visita regolare del volontario è fondamentale perché permette l’incontro, lo scambio, il calore umano, l’ascolto. La visita è quindi un momento davvero speciale; se possibile ancora più di prima. Tra i requisiti richiesti ai volontari, la maggiore età, la capacità d’ascolto e il senso di responsabilità, l’impegno e la discrezione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)