La visita geriatrica è un controllo molto importante per fare prevenzione e curare al meglio i pazienti anziani. In generale, dovrebbe essere indicata a partire dai 75 anni, anticipando fin dai 65 anni in presenza di condizioni morbose o malattie, come ad esempio disturbi neurologici o cardiologici che influiscono negativamente sulle autonomie, diabete, difficoltà a ricordare o turbamenti della sfera emotiva come ansia, depressione o insonnia. Si tratta di condizioni che possono evolvere nel tempo e compromettere lo stato di benessere futuro.
«Lo scopo del geriatra - secondo la dottoressa Alessandra Cantatore- è, oltre a quello di curare il paziente, favorire l’invecchiamento di successo: ciò significa favorire il mantenimento e la preservazione delle funzioni e delle autonomie al massimo livello possibile, e per il tempo maggiore possibile».
La visita geriatrica non si differenzia dalle altre visite: si parte con la raccolta anamnestica degli eventi patologici passati e più attuali, si valuta la presenza o meno di dolore e si indaga la terapia in corso. In un secondo momento – e questa parte è peculiarità della geriatria -, si raccolgono informazioni in merito alle condizioni sociali e relazionali e a possibili barriere architettoniche presenti al domicilio. Si dà rilievo alla segnalazione di eventuali disturbi della memoria, di alterazioni del comportamento o dell’umore, di turbe del sonno o dell’appetito, variazioni del peso, presenza di difficoltà di movimento o cadute.
La presa in carico geriatrica punta a identificare e correggere le aree critiche che rendono un soggetto più o meno fragile, al fine di ritardare il più possibile l’evoluzione verso la disabilità. Ma, attraverso interventi personalizzati, permette anche di favorire la stabilizzazione e il recupero di funzioni e risorse perché la persona possa gestirsi autonomamente.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)