Una storia di vita che mette in risalto reazioni diverse degli anziani e di coloro che li hanno aiutati durante la pandemia da Coronavirus. Le strategie messe in atto per non arrendersi di fronte al Covid-19.
In breve il racconto di De Paola: "Vi racconto i due mesi più difficili dei miei genitori. Per fortuna con loro c’ero io, ma all'inizio è stata più dura per me che per loro. Mio padre, ottantanove anni compiuti il dieci novembre dell’anno scorso, all'inizio non credeva che la situazione potesse in poco tempo diventare così grave. Mia madre, ottantasette anni compiuti senza poter festeggiare il primo marzo di quest’anno, all'inizio era lei a dare manforte a me incoraggiandomi in ogni modo. Per mio padre è stato più difficile. Lui ha sempre concepito la casa come un ritrovo per mangiare, per fare il pisolino dopo pranzo, per guardare la tv la sera e per dormire la notte. Quando si è accorto che la quarantena man mano tendeva ad allungarsi, gli è cominciata a venire la febbre, solo in senso figurato per fortuna. Lui è uno che fuori casa sa fare tantissime cose e durante la sua vita non è stato mai fermo, ma in casa no. Non era preparato. Convivere per tante ore al giorno è stata dura per lui, ma anche per me e per mia madre lo è stato. Ha iniziato a distrarsi facendo piccoli lavori in casa da seduto, tipo sbucciare le fave che io raccoglievo in campagna e cose del genere. Per evitare l’indebolirsi di muscoli ed ossa ha iniziato a fare su e giù per la scala di casa almeno una volta al giorno per arrivare al giardino davanti casa a fare due passi e fermarsi a dare il buongiorno a tutti i vicini di casa dialogando un po’ con loro. Mia madre all'inizio della quarantena è stata la mia forza a livello di aiuto psicologico. Diceva che non mi dovevo preoccupare e che tutto si sarebbe risolto in fretta. Lei è il prototipo di persona che sembra indistruttibile. Non sta mai ferma... trova sempre il modo di occupare il suo tempo, che sia in casa o fuori per lei non cambia nulla. Nella sua fase uno è stata, come ho detto, la più forte di tutti. Dopo circa un mese, in quella che definisco la sua fase due, è crollata pure lei, è cominciata a diventare nervosa già a partire dal risveglio e in alcuni giorni la tensione l’ha accompagnata fino alla sera. Da qualche giorno è iniziata quella che io chiamo la sua fase tre nella quale per fortuna è tornata a tranquillizzarsi. Forse le è bastato venire con me per qualche ora in campagna. Nei giorni di quarantena lei ha curato un giardino tutto suo, una parte davanti casa ed un’altra parte dietro. Nei giorni di quarantena, la Natura ha salvato anche me. Vedere i fiori dei frutti sbocciare mi ha aiutato tanto a comprendere che la vita va avanti e deve continuare ad andare avanti nonostante il coronavirus. Ho iniziato ad osservare tutto da una nuova prospettiva".
(Fonte: tratto dall'articolo)