“Non possiamo pensare che solo isolando sia possibile tutelare malati e anziani dalla malattia o dalla morte. Hanno bisogno dell’incontro con l’altro, della vicinanza e del sentirsi parte di una comunità”. Questo l’appello all’opinione pubblica rivolto dal direttore Paolo Valente, a nome della Caritas di Bolzano-Bressanone, in occasione della Giornata internazionale dell’anziano che ricorre il primo ottobre.
“Come Caritas diocesana attraverso l’operato dei suoi volontari e collaboratori del servizio Hospice sperimentiamo spesso che le persone anziane o gravemente malate non vogliono essere di peso per nessuno e per questo tendono a non esprimere chiaramente ed esplicitamente i loro effettivi bisogni e preoccupazioni”, dichiara il direttore della Caritas.
In questa situazione sono state trovate soluzioni per tutelare i malati e le persone anziane da possibili rischi di contagio.
“In questa ricerca di soluzioni dovrebbe però anche essere ascoltata la voce dei diretti interessati tenendo conto dei loro bisogni - dichiara Valente -. Limitare pesantemente o addirittura vietare le visite e i contatti degli anziani con i propri familiari può avere un senso nel limitare i rischi da contagio ma può generare anche effetti irreversibili sul loro benessere psico-fisico”.
“Il malato o persona anziana deve pertanto essere posto al centro del processo di ricerca delle soluzioni. Non si tratta di dover pensare che aggiungere giorni alla vita dell’anziano sia l’obiettivo esclusivo da perseguire. Bisogna tenere in considerazione la qualità di vita e la dignità della persona, valori intrinseci della comunità cristiana - conclude Valente -. Noi vogliamo che le persone anziane nella nostra società possano vedersi riconoscere e vivere i propri desideri e bisogni, specialmente quello di relazione con l’altro”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)