Gli anziani non autosufficienti sono 4 milioni ma solo il 6,3% di loro riesce a trovare assistenza e cura in una Rsa o in qualche altra struttura residenziale: è la fotografia dal dossier predisposto dallo Snalv, il sindacato dei lavoratori socio-sanitari e da Anaste, l'associazione delle strutture per la Terza età. Una occasione per riflettere anche sul «Patto per la terza età» appena varato per decreto dal Governo e il cui piatto forte è l'assegno di 850 euro per gli Over 80 poveri con «gravissimo bisogno assistenziale», ma che andrà a soli 25mila di loro perché tanti ne copre lo stanziamento di 500 milioni in due anni previsto dal provvedimento.
In un quadro dove le rette delle Rsa a carico dell'assistito vanno dai 1.800 euro mensili nel caso dei non autosufficienti gravi ai 1.500 per quelli più lievi, mentre l'altra metà dell'importo lo copre la Asl. Parte della quota a carico dell'anziano è coperta con i 530 euro dell'assegno di accompagnamento, il resto dove non arriva la pensione lo coprono i Comuni. Le rette sono ferme da anni e il sostegno dei Comuni non copre tutti.
Basta infatti che l'anziano abbia un coniuge a casa che deve pagare l'affitto o una abitazione di proprietà che faccia salire l'Isee per non beneficiare del sostegno e il peso della retta diventa insostenibile. Se questo è il quadro di quanto offre il sistema assistenziale ai non autosufficienti che non hanno modo di restare a casa propria, le cose non vanno meglio per chi, pur avendo poca o nessuna autonomia, può essere accudito nel proprio letto.
A loro è rivolta l'Adi, l'assistenza domiciliare integrata che copre solo il 21,5% della popolazione anziana non autosufficiente. E i numeri sono anche in calo nonostante gli Over 65 siano sempre più numerosi, tanto che secondo un'indagine dell'Osservatorio delle malattie rare nel 60% dei casi rispetto al 2019 c'è stata una riduzione delle prestazioni erogate.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)