Nel Pnrr nato per curare le cicatrici economiche e sociali del Covid, gli anziani erano stati inseriti tra i soggetti a cui dedicare un’attenzione maggiore, perché hanno sofferto più degli altri durante la pandemia. Ma dal monitoraggio della fondazione Openpolis presentato al Forum del Terzo Settore emerge che in otto Regioni sono stati finanziati 89 progetti in meno rispetto ai 2.125 previsti, nonostante nove decreti ministeriali, due riaperture dei termini dei bandi e svariati scorrimenti di graduatorie.
Si è salvato solamente l’investimento (circa 500 milioni) per la riconversione delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e delle case di riposo in gruppi di appartamenti autonomi. In questo caso, le risorse sono state quasi interamente assegnate. Al contrario, non si sono riusciti a collocare circa 90 milioni dei 500 previsti per abbattere le barriere architettoniche e favorire l’inclusione lavorativa.
Così come sono rimasti sulla carta circa 50 milioni per aiutare gli oltre 96 mila senza fissa dimora a trovare una soluzione temporanea, all’interno di appartamenti per piccoli gruppi. È saltato anche un altro obiettivo del Pnrr, che prevede l’assegnazione alle Regioni del Mezzogiorno di almeno il 40% delle risorse allocabili territorialmente. L’asticella si è fermata al 33,6%. Manca anche il coinvolgimento del Terzo settore, che mette a rischio la qualità degli investimenti e l’efficacia degli interventi di welfare.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)