Riportiamo parte della riflessione di don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco di Fermo, a proposito di una auspicabile, futura rivoluzione delle Rsa.
Afferma don Albanesi: "L’impostazione odierna delle Rsa è di tipo ospedaliero. L’economia di scala dice 20 o 40 posti, tra l’abitativo e il sanitario. In realtà queste strutture hanno la pretesa di essere presidi abitativi, ma sono presidi a schema sanitario. In questi posti alle persone viene imposto il tempo di vita giornaliera (ci si sveglia presto, si va a dormire presto…), il cibo è standardizzato, lo spazio personale è ridotto al minimo e le relazioni sono programmate. Privati di queste esigenze basilari per una vita serena, agli anziani rimane un posto letto e l’accudimento per le esigenze esistenziali minime. Con queste premesse, si arriva all’assurdo di due assistenti e un infermiere ogni 20 posti letto. Nel tempo questi moduli si sono moltiplicati, fino ad arrivare a 200 o 300 posti letto! Ma in questa maniera si perde identità, si perde tutto ciò che è personale. E si arriva all’anonimato”.
“In realtà - prosegue - queste forme di accoglienza dovrebbero avere le caratteristiche dell’accoglienza familiare: 15 o al massimo 20 persone, con cucina, giardino, apertura degli orari, un cibo personalizzato. Il tutto per dare la sensazione di abitare in una casa. Si potrebbe dare un tempo di 5 anni per trasformare le attuali strutture in ambienti accoglienti e umani, attrezzati adeguatamente, con un’attenta opera di monitoraggio”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)