Gli anziani stanno reagendo alla situazione attuale con modalità diverse: da un lato, molti sono estremamente spaventati, disorientati, ansiosi, anche terrorizzati, dall’altro, troppi continuano con le abitudini precedenti, violano le limitazioni, sminuiscono il pericolo , mostrando una scarsa consapevolezza del rischio.
Cosa spiegare comportamenti tanto diversi?
Occorre intanto considerare che il termine “anziano” copre in realtà un intervallo di età molto vasto, che spazia dal sessantenne all’ultranovantenne.
I più anziani possono avere più difficoltà a filtrare le informazioni e le notizie, a discriminare quelle attendibili dalle fake news, a riconoscere le fonti affidabili a cui fare riferimento e quindi ad avere una adeguata comprensione dei fatti.
Le persone anziane presentano una rigidità per cui si adattano meno ai cambiamenti e hanno più difficoltà a modificare le abitudini, opponendo resistenza alla variazione delle routine consolidate della loro giornata (andare a comprare il pane, passare a prendere il giornale, fare la camminata quotidiana, fermarsi a fare due chiacchiere).
Nell’età anziana l’affettività tende a concentrarsi su aspetti circoscritti e la preoccupazione si polarizza sul proprio benessere fisico e psichico, portando a un maggior egocentrismo rispetto alle altre età della vita: l’interesse è spostato dal mondo esterno e rivolto verso sé stessi, portando a quelle che dall’esterno vengono definite come “fissazioni” o pretese portate avanti con cocciutaggine.
Legato alle proprie convinzioni, l’anziano di solito è restio a imparare cose nuove e accettare le innovazioni.
Infine, alcuni anziani si comportano in modo indisciplinato e incurante delle restrizioni perché confrontano il pericolo attuale con altre gravi prove che hanno superato in passato e non ne sono spaventati. O invece, proprio il sentirsi vulnerabili li porta, per meccanismo di difesa, a negare il pericolo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)