Si chiamano “wearables” (computer indossabili), sembrano semplici collane o orologi, ma in realtà sono dispositivi muniti di microchip, utili per la geolocalizzazione dell’anziano. E poi ci sono le pill box, ossia scatole che si illuminano quando è ora di prendere la medicina e si aprono dispensando la pastiglia giusta, con un sensore che registra se la pillola è stata effettivamente presa oppure no.
Sono queste alcune delle innovazioni presentate alla Conferenza internazionale sulle tecnologie assistive, l’evento europeo che a Bologna riunisce ricercatori, associazioni, istituzioni e aziende specializzate provenienti da tutto il mondo, per presentare le ultime tecnologie di supporto all’autonomia della persona. Uno dei campi di ricerca più attivi è quello della domotica, che mira a modificare l’ambiente-casa in modo da trasformarlo in uno spazio di autonomia, che possa supportare la vita indipendente dell’anziano, ad esempio attraverso dispositivi che a distanza fanno alzare le tapparelle, accendere la televisione, aprire le finestre o la porta d’entrata, oppure far partire la lavatrice o il forno.
Esistono poi le app pensate per i familiari o i caregivers, che hanno così la possibilità di controllare in remoto lo stato di salute dell’anziano. Ma la nuova frontiera è quella della robotica: oggi stanno nascendo deambulatori robotizzati e robot che vanno a lavorare specificamente sulle limitazioni motorie della persona, cercando di favorirne i movimenti.
“Le innovazioni oggi sono tante, il problema sta nella loro accessibilità: queste tecnologie sono spesso molto costose e poco utilizzabili da una categoria di utenti che non è nativa digitale – racconta una ricercatrice dell’università di Bergamo –. Inoltre, sarebbe interessante che la ricerca si occupasse anche di una popolazione che raramente viene presa in considerazione: quella delle persone disabili che sono diventate anziane, che sono sempre di più grazie al progresso della medicina e al miglioramento dell’assistenza socio-sanitaria. Per loro mancano strutture e ausili specifici, eppure le loro necessità spesso sono differenti da quelle degli altri: ecco perché sarebbe importante che si ideassero innovazioni e tecnologie ad hoc, in modo da dare anche a questo gruppo di persone la possibilità di vivere una vita autonoma e indipendente”.
(Fonte: tratto dall'articolo)