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Anziani e disabili, Comitato di bioetica: «Selezione eticamente inaccettabile»

Avvenire, 16-04-2020, p.A17

Con l'epidemia del Covid–19 si sono aperte nuove discussioni nei comitati bioetici.

Tutto è partito intorno ad alcuni passaggi del testo Siaarti, che davano come possibile elemento di valutazione per l’accesso alle terapie intensive l’età del paziente, anche se solo in scelta estrema, valutando in primis probabilità di sopravvivenza e, poi, più anni di vita salvata.
Il dibattito scaturito è diventato internazionale.

Il Comitato Nazionale per la Bioetica (Cnb) suggerisce la necessità di utilizzare criteri medici, valutando ogni paziente per la sua situazione clinica personale, senza escludere nessuno a priori. Il Cnb propone quindi un « triage in emergenza pandemica», riconoscendo «il criterio clinico come il più adeguato punto di riferimento» e «ritenendo ogni altro criterio di selezione, quale ad esempio l’età, il sesso, la condizione e il ruolo sociale, l’appartenenza etnica, la disabilità, la responsabilità rispetto a comportamenti che hanno indotto la patologia, i costi, eticamente inaccettabile».

Di parere simile il Comitato di Bioetica della Spagna, che suggerisce criteri individualizzati per valutare ogni paziente, sempre senza escludere nessuno a priori. Gli spagnoli inoltre stimano che solo l’autorità pubblica – governo e Ministero della Salute – ha la legittimità per stabilire le regole, non gli esperti. Nella stessa direzione anche il Comitato di Bioetica tedesco, quando ricorda che delegare scelte politiche alla scienza è contrario alla «legittimazione democratica». Per quanto riguarda l'accesso alle cure il comitato indica i comportamenti errati con criteri metodologici. Metodologica, è anche l'impostazione americana, dell’Hasting Center, che propone linee guida dedicate, con taglio operativo, non entrando nel merito.
Così è dovuto intervenire l’Ufficio per i diritti civili del Dipartimento della salute e dei servizi umani Usa, a causa delle denunce di associazioni di disabili perché diversi Stati hanno adottato profili discriminatori nei confronti delle persone disabili, specie mentali.
Il Governo ha precisato che «alle persone con disabilità non dovrebbe essere negata l’assistenza medica sulla base di stereotipi, valutazioni della qualità della vita o giudizi sul “valore” relativo di una persona in base alla presenza o all’assenza di disabilità».

Ma il confronto è appena cominciato.

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

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Autore (Cognome Nome)Morresi Assuntina
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
PagineA17
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-04-16
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteAvvenire
Subtitolo in stampaAvvenire, 16-04-2020, p.A17
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
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Morresi Assuntina
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Parole chiave: Ageism Etica