Quasi un over65 su tre è a rischio o ha già sviluppato una dipendenza patologica verso il gioco d’azzardo. È il dato più significativo dell’indagine “Anziani e Azzardo”, condotta da Gruppo Abele e Auser con Libera su un campione di 864 anziani di 15 regioni.
L’indagine, i cui risultati sono stati resi noti nel marzo del 2014, evidenzia una grande diffusione del fenomeno: il 70,7% del campione ha giocato almeno una volta in un anno, da metà 2012 a metà 2013. In Italia i giocatori a basso rischio di dipendenza sfiorano i due milioni e quelli che si avviano verso una vera e propria patologia sono stimati in oltre 800 mila. Molti sono anziani, eppure mancano dati ufficiali sulla diffusione del problema tra questa fascia d’età. L’indagine si propone di colmare questo vuoto.
Dai dati raccolti emerge che il 14,4 per cento del campione è “a rischio”, mentre per il 16,4 per cento il gioco sembra già un problema di gravità medio/elevata, che richiederebbe un intervento specialistico. Oltre la metà delle persone che hanno partecipato alla ricerca sono uomini (51,6%), perlopiù con licenza media (31,2%) o diploma di maturità (26,4%). Si tratta nella quasi totalità di pensionati e in oltre il 70% dei casi erano lavoratori dipendenti. Circa la metà vive con il coniuge ma senza figli, un quarto vive da solo e il resto con moglie e figli. Lo stipendio o la pensione medi vanno perlopiù tra i 1.001 e 1.500 euro al mese (40%) e nel 16% tra 1.501 e 1.800 euro.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)