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Anziani e poli-terapia: quali sono i rischi?

www.marionegri.it, 18-09-2020

La presa in carico e la cura dei pazienti anziani con malattie croniche multiple costituisce e rappresenta una delle maggiori sfide nei prossimi anni per i sistemi sanitari di tutto il mondo. Negli anziani che soffrono, contemporaneamente, di più disturbi, il risultato della frammentazione delle cure e di un approccio, ancora eccessivamente orientato alle singole malattie (disease-oriented) e non al paziente (patient-oriented) porta, inevitabilmente, all'esposizione a poli-terapie (il termine si riferisce all'uso da parte di un singolo paziente di più farmaci, contemporaneamente).

Una poli-terapia è, quindi, appropriata quando:

tutti i farmaci sono prescritti al fine di raggiungere specifici obiettivi terapeutici discussi e concordati con il paziente; si pensa che gli obiettivi terapeutici saranno raggiunti in un tempo plausibile;la terapia farmacologica è stata ottimizzata per ridurre al minimo il rischio di reazioni avverse da farmaci (ADR); il paziente è motivato e in grado di assumere tutte le medicine come previsto.‍

Una poli-terapia è, invece, inappropriata quando:

ad uno stesso paziente sono prescritti più farmaci in assenza di evidenze scientifiche di efficacia; il beneficio previsto del farmaco non viene raggiunto; i rischi superano i benefici; è necessario prescrivere una combinazione di farmaci pericolosa oppure la richiesta complessiva di assunzione di farmaci è inaccettabile per il paziente.

Dal 2008 l’Istituto Mario Negri (Milano) ha dato il via al progetto REPOSI, uno studio collaborativo indipendente, condotto insieme alla Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) e alla Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Il progetto descrive la prevalenza delle poli-patologie e delle poli-terapie al momento del ricovero, alla dimissione dal reparto e a 3 e 12 mesi dopo la dimissione, valutando i fattori di rischio clinico-epidemiologici, funzionali e cognitivi in relazione alla poli-patologia e alla poli-terapia nelle diverse tipologie di pazienti ospedalizzati. 

Allo studio partecipano oltre 100 reparti di medicina interna e geriatria, distribuiti su tutto il territorio nazionale: sono stati, infatti, reclutati oltre 7.000 pazienti e sono stati già prodotti oltre 40 articoli scientifici. Riguardo al setting ospedaliero della medicina interna, i dati del Registro REPOSI hanno evidenziato una prevalenza d'uso della poli-terapia (definita come l’esposizione contemporanea a 5 o più farmaci) del 52% all'ingresso in reparto, che saliva fino al 67%, al momento della dimissione. Queste prevalenze sono cresciute quasi sempre nel corso dei 10 anni di cui sono disponibili i dati del registro.


(Fonte: tratto dall'articolo)

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LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2020-09-18
Numero
Fontewww.marionegri.it
Approfondimenti Onlinewww.marionegri.it/magazine/politerapia-e-anziani
Subtitolo in stampawww.marionegri.it, 18-09-2020
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
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